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A ben vedere, la squadra umbra stava infatti ottenendo dei risultati inaspettatamente positivi per una cosiddetta «provinciale», oltretutto alla prima esperienza assoluta nel palcoscenico della massima categoria: giocando un calcio moderno ed efficace, esaltato da giocatori di tecnica e qualità come Salvatore Bagni, Renato Curi, Walter Novellino e Franco Vannini, il Perugia stazionava stabilmente nella prima parte della classifica, riuscendo a competere ad armi pari contro avversarie ben più ricche e blasonate. Nello stesso anno, il 20 giugno alcuni dissidenti lasciano l’Associazione Calcio Perugia e fondano la Società Sportiva Libertas. Nel corso delle prime tre stagioni in Serie A il Perugia riuscì a guadagnarsi una buona reputazione e la fama di «squadra-simpatia», quando i giornali cominciarono insistentemente a parlare di Perugia dei miracoli. Dopo sei anni il Perugia ricadde in Serie B, si concluse l’era Cosmi e ben presto si concluderà anche la lunga epoca dei Gaucci. La piazza si schierò contro il presidente, che da parte sua sembrava fare di tutto per non voler andare d’accordo coi tifosi; accanto a pochi punti fermi dell’undici titolare come Andrea Mazzantini, Marco Materazzi e Zé Maria, Gaucci affiancò oltre una ventina di nuovi innesti, tra cui giovani italiani presi dalle serie inferiori, come Mirko Pieri, Fabio Grosso, Fabio Liverani, Davide Baiocco e Marco Di Loreto, e stranieri provenienti da ogni parte del pianeta, su tutti Zīsīs Vryzas e Rahman Rezaei.

Al suo stop si aggiunse due mesi più tardi quello di Pierluigi Frosio, libero della difesa perugina, il quale agli inizi di aprile incappò in uno stop fisico sul campo del Torino saltando quasi tutto il resto del torneo. La loro linea elegante e raffinata contribuì a far diventare famoso in tutto il mondo il marchio Alfa Romeo. Presso Capo Soprano si ammira l’esempio meglio conservato al mondo di architettura militare greca: le fortificazioni greche (Mura timoleontee) di Gela. La squadra biancorossa artefice di questo storico primato era stata imbastita senza una vera stella, messa in piedi con calciatori dai nomi non altisonanti, ma che – a eccezione dell’astro nascente Bagni, destinato in futuro a raccogliere successi maggiori – qui in Umbria seppero esprimersi al meglio e vissero il momento più alto delle loro carriere sportive. Al termine della tornata di ritorno i biancorossi riuscirono tuttavia a raggiungere in extremis il quart’ultimo posto, che quell’anno dava accesso a un particolare spareggio interdivisionale contro la sesta classificata della serie cadetta, la Fiorentina: ad avere la meglio fu proprio la squadra viola, che guadagnò così la massima categoria a spese dei grifoni.

E poi quando dici provinciale è come se il vecchio, l’antico, la tradizione riuscissero a difendersi e a resistere contro il giovane, il grande, il nuovo. Nel campionato 2008-2009 la squadra si presentò ai nastri di partenza con un team fortemente rinnovato (nuova società e nuovo parco giocatori). La squadra rimase in Serie B solo per un biennio, poiché nella stagione 1995-1996 i grifoni, con Giovanni Galeone in panchina, e trascinati in campo dal capitano Federico Giunti e dai gol di Marco Negri, compirono il grande salto. La permanenza in Serie A durò, in questo caso, appena dodici mesi: al termine di un campionato difficile, segnato anche dall’esonero di Galeone e dall’approdo a Perugia di Nevio Scala, la squadra retrocesse all’ultima giornata per via della peggiore classifica avulsa. In Intertoto la squadra uscì invece al terzo turno dopo una squalifica subìta nella partita di ritorno coi turchi del Trabzonspor, vanificando così il successo dell’andata. Gli umori della folla non erano più gli stessi e le continue disillusioni generarono l’ennesimo episodio deprecabile: il 27 marzo 1977, in occasione dell’incontro Cosenza-Paganese, l’arbitro Sancini di Bologna e i suoi collaboratori furono linciati e i tifosi rossoblù, a causa della squalifica che ne conseguì, furono costretti a peregrinare lontani dal San Vito per un anno e mezzo.

I palazzi principali sono quello dell’INAIL con i portici in stile razionalista, e il Palazzo degli Uffici Amministrativi, edificato in era fascista, mentre atri palazzi storici sono la scuola elementare De Amicis e il convento di San Bernardino. La squadra era allenata ancora da Guido Mazzetti, mentre i protagonisti dell’annata furono la mezzala Carlo Azzali e le punte Gigi Gabetto, figlio di Guglielmo del Grande Torino, siti maglie calcio a poco prezzo e Angelo Montenovo. Perugia diventò la prima squadra a fare proprie entrambe le Supercoppe della Lega Pro. Stabilizzatosi in Serie B a cavallo degli anni 1960 e 1970, fu nel campionato 1974-1975 che avvenne la vera e propria svolta nella storia del Perugia. In questo senso, il primo a uscire dai canoni del rosso e blu si ritrova nel periodo della gestione di Claudio Ranieri, a cavallo tra il 1988 e il 1990, con una maglia rossa contraddistinta da una banda orizzontale bianca e blu. E’ la prima coppa internazionale della storia della Juventus e in quella finale di ritorno di Bilbao, i bianconeri indossano una bellissima maglia blu notte con risvolti bianconeri. A corollario di una stagione di successi, pochi giorni dopo la squadra si assicurò anche la Coppa Italia di Serie D sconfiggendo in finale la Turris.

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