Probabilmente è una delle poche maglie da calcio che potete indossare anche per uscire la sera senza sembrare fuori contesto. Negli ultimi anni, la fan engagement è diventata fondamentale per i club di calcio. E questa storia, fatta di coraggio, intuizione, passione – qualità in mostra l’ultima volta pochi giorni fa a Pitti Immagine, Firenze, eccellenze tra i primi della classe, e modestamente noi lo siamo -, questa storia, si diceva, parte da lontano, racchiusa nei diversi marchi che nel tempo l’hanno segnata, tutti alla fine trasfusi e racchiusi in uno solo, e negli infiniti modelli che hanno portato a spasso quel nome, quel simbolo, quell’effigie. Poi la produzione si sposta nei pressi della stazione ferroviaria magliese e, nel 1962, nello stabilimento all’ingresso da Lecce. La città ha investito circa 6.000.000 di euro tra l’impianto di compostaggio e i lavori di realizzazione e poi di riparazione dell’impianto di trattamento delle acque reflue di Saint-Jean. Il 25 marzo 1995, per l’incontro di qualificazione a Euro 1996 disputato a Salerno con l’Estonia, la nazionale indossò per la prima volta una divisa del nuovo sponsor tecnico: l’azienda statunitense Nike, e il suo logo non apparve in nessuna maglia indossata dagli Azzurri, nel principio del divieto imposto dalla FIGC, mentre fu riprodotto nelle repliche in vendita.
Il Noto nel corso della sua storia, ha avuto modo di confrontarsi con diversi club di rilievo. Nella stagione 1993-1994, con Alberto Malesani in panchina, il Chievo chiude il girone di Serie C1 al primo posto guadagnando la promozione in Serie B. Nel torneo cadetto il club disputa per la prima volta nella storia il derby con il Verona. Ho giocato in due dei più grandi club del mondo. Schema fisso, grandi ambizioni. Sergio D’Oria, erede di quella tradizione, apre la porta di casa, in realtà un portone. «Ma la storia comincia qui – spiega Sergio D’Oria – in via Ignazio Ricci. L’anagrafe è un’altra. La storia inizia con D’Oria, prosegue con diverse persone, assume altre date. Adieu. Fine 1800: ad Alessandria la Borsalino faceva già meraviglie prima dei fasti hollywoodiani, da Humphrey Bogart e Ingrid Bergman in poi (primo cappello certificato, il 4 aprile 1857), quando a Maglie arriva da Atripalda, Avellino, un giovane ambulante, Sabino D’Oria. Proprio alla Borsalino. «Papà era ancora vivo, fu d’accordo. Nacque la Borsalino Sud, posseduta al cento per cento dalla Borsalino di Alessandria degli imprenditori astigiani Gallo e Monticone. Il successivo passaggio alla Neo.B-Lab, rimasta nelle mani di Guido Gallo dopo la scomparsa del fratello Roberto nell’ottobre 2016, ha messo il marchio al riparo dai rovesci della fortuna della prestigiosa casa piemontese».
Insomma: cosa ti sei messo in testa? Ai miei tempi a Torino si diceva così: «Fuoco di Vesta la Juve sempre in testa». Tutto parte dalla testa. Quando il figlio, Vittorio Dante, classe 1913, parte in guerra, lui gli promette che al ritorno aprirà un negozio. Non crediate che si tratti solamente del Generale Lee e di altri generali dell’Unione, e’ l’uomo bianco il colpevole, e se è venuto fuori per reazione dalle fogne qualche suprematista bianco e persino qualche reduce del Ku Klux Klan, i veri suprematisti sono i neri di Black Live Matters, sono i loro compagnucci estremisti, dell’Antifa, gente che andava condannata e isolata, invece è stata ricevuta alla Casa Bianca con tutti gli onori come fossero il Rinascimento nero, gente che sostiene che di tutto e’ colpevole l’uomo bianco. Nel 2001 la decisione di vendere tutto. Con la promozione in Seconda Divisione nel 1929 dietro delibera del Direttorio Federale della F.I.G.C., nel 1934 la squadra rossoblù arrivò alle finali, superando in sequenza: Faenza, Castel Bolognese e il Modena sul campo neutro di Bologna, salendo così in Prima Divisione. Occhio. Gusto. Contiamo: ammorbidimento con vapore, prima formatura, rifilatura, guarnizione, apprettatura, guarnizione interna, seconda stiratura, guarnizione esterna, sfumatura finale, asciugatura, imballo.
La viticoltura entrò in competizione con la tessitura, comportando un graduale rimpiazzo della seconda attività con la prima. Prima data ufficiale per dare un anno alla produzione: 1911. Sono grigi (il nero va bene solo in un caso, sorvoliamo). Gli scout viaggiano in tutto il mondo per individuare nuovi talenti prima che diventino famosi. Ora la produzione (brand Doria 1905) è nell’area industriale di Corigliano d’Otranto, diciotto addetti fissi, esportazioni in tutto il mondo, incluso il Giappone con una commessa di cinquemila cappelli ottenuta nell’aprile scorso. Grazie all’inizio del Campionato Mondiale di calcio, questa settimana, i fan di tutto il mondo stanno sfoggiando tutto il proprio orgoglio nazionale e l’amore verso questo sport. Sempre nel 1920 Pertini aveva fondato a Stella la locale sezione dell’Associazione Nazionale Combattenti, divenendone il primo presidente: un incarico che avrebbe ricoperto fino al maggio del 1922, succedendogli poi suo fratello Pippo. La leggenda narra di un monaco che si servì di un pellicciotto per imbottire i calzari, troppo larghi, troppo freddi, per poi scoprire all’arrivo in convento il miracolo fatto dalla pressione, dal sudore e dal calore del corpo: il feltro, appunto (ora sappiamo anche questo). Successivamente, dal 1996-97, dietro le magliette furono inseriti i numeri dall’ 1 al 99, ma l’1 e il 12 dovevano essere attribuiti ai portieri.
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